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  • Matteo Gemolo

Un nuovo Inizio per uno strumento vecchio (I parte)

Trovare un proprio spazio all’interno del repertorio Neoclassico e Modernista del XX secolo, non è stato difficile per strumenti antichi come il clavicembalo, il flauto dolce, la viola da gamba e d’amore che, estranei a qualsiasi percorso “evolutivo” e tendenzialmente dimenticati nel corso del XVIII-XIX secolo, sono stati accolti con entusiasmo e curiosità agli inizi del secolo scorso. Ben più tortuoso e lento invece è stato il processo che ha portato all’attenzione dei compositori tutti quegli strumenti che, al contrario, hanno avuto una loro “evoluzione” nel corso dei secoli scorsi e a cui le avanguardie già si rivolgevano nella loro più moderna versione, quali gli strumenti impiegati tradizionalmente in orchestra appartenenti alle famiglie di archi, legni e ottoni.


La storia del complesso musicale inglese The Academy of Ancient Music, fondato nel 1973 da Christopher Hogwood (1941 – 2014), è un esempio lampante di questo secondo processo. Nata, come altre orchestre in quel periodo, con lo scopo di eseguire il repertorio del XVIII e XIX secolo ricostruendo filologicamente le antiche sonorità (utilizzando dunque strumenti e prassi esecutiva del passato) a partire dal 1996 l’orchestra intraprende, grazie a (...) To Continue (printed on FaLaUt n. 68)


FaLaUt Anno XVIII No. 68 Gennaio - Marzo 2016

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